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Su Clovu 2006

ATTIVITA’: Grotta
DATA: 22/07/2006
COMUNE: Baunei
LOCALITA’: Piana d’Otzio
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Su Clovu
ORGANIZZATORE   DELL’USCITA: Gino Baldussu
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: GSAGS: Gino Baldussu, Andea Loi, Tore Licio, Giuseppe Atzeni, Barbara Mascia, Valeria Ritzu, Riccardo Mascia;
SPECUS: Pierpaolo Corona, Giulio Loi, Marinella Sanna

L’appuntamento è per le 10 in via Santa Gilla fronte ex sede Specus. Non sappiamo ancora quanti saremo ma lo scopriremo presto, di lì a poco infatti Andrea mi comunica che con Gino, Tore e Giuseppe sono partiti alle 8 e che pertanto entreranno in grotta prima di noi, va beh vuol dire che li incontreremo dentro.
Il viaggio procede con calma ed in due per macchina sembra quasi un corteo. Arriviamo alla Piana d’Otzio che sono circa le 14,00 e dopo aver mangiato ed esserci cambiati ci apprestiamo all’ingresso: sono le 15,00.
Affacciati all’imbocco ci accorgiamo subito che la grotta non sarà calda e con questa piacevole, sensazione, per lo meno iniziale, infiliamo testa e corpo in una bella diaclasi inclinata che prelude ad anfratti e pertugi succulenti. Tra Giulio che ricorda innumerevoli strettoie (!) e Valeria tratti lunghissimi in opposizione (!) procediamo dunque a tentoni cercando la via giusta. La grotta si presenta infatti molto articolata oltre ché esplorata in tutti i suoi spazi, ragion per cui è facile incappare in fuorvianti tracce di carburo. Teoricamente basta seguire il corso d’acqua, che saltuariamente forma laghetti di piccole e medie dimensioni molto belli, ma in pratica è un saliscendi continuo, frane da superare alternate a strettoie in cui strisciare ed a corridoi da fare in opposizione a discrete altezze dal piano della grotta. Dopo circa due ore incontriamo gli Spanotti che si accingono ad uscire e che ci informano che almeno un’altra ora  e mezza ci separa dalla fine della grotta dove Vittorio ed altri stanno scavando: non importa abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Ci salutiamo con la promessa di rivederci in tarda serata ai due lecci. Proseguiamo il nostro percorso finché raggiungiamo la frana al di sopra della quale si estende una volta ricoperta di splendide e bianchissime cannule. Siamo ormai alla fine della grotta e Pierpaolo, Valeria  e Riccardo decidono di fermarsi, mentre Giulio, Marinella ed io, troppo curiosi di vedere dove si trova Vittorio, decidiamo di superare la frana o perlomeno vedere dove chiude. Camminiamo per circa 15 minuti ed infine troviamo le vettovaglie degli esploratori…è strano ma questa immagine ha un sapore antico: il casco con la fiammella accesa, lasciato all’ingresso del tratto in esplorazione, ricorda che la luce in un posto comunque ostile all’uomo è e sarà sempre fondamentale, quale che sia la fonte che la produce. Certo negli anni la tecnologia a disposizione degli speleologi ha fatto passi da gigante ma la bramosia di scoprire cosa è celato all’occhio umano rimane la stessa e sentire parlare Vittorio di contatti litologici, correlazioni tra grotte, bellissimi basamenti in granito arenizzato….beh induce a pensare che forse, tutto sommato, la geologia prima di essere una materia è una passione.
Usciti dalla grotta alle 23,00 ci siamo uniti agli altri al campo, dove, raggiunti poco dopo da Vittorio e Carla, ci siamo ristorati con una buona cena ed infine, chi in tenda e chi in macchina, abbiamo riposato le nostre stanche membra

Categoria: Attività, Speleologia

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