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Meraviglia… Su Palu

ATTIVITA’: Speleo
DATA: 26/27-01-2008
COMUNE: Urzulei
LOCALITA’: Codula di Luna
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Su Palu
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Lucio Mereu
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Lucio, Gino, Tore, Alessandro, Marco, Piero, Cristina, Massy… tutti GSAGS

 

Dopo tanti preparativi arriva “finalmente” il giorno dell’incontro: ore 09:00 cimitero di Monserrato.
“Finalmente” ,perché in questo periodo non si parlava d’altro e Daniela non ne poteva più.
La compagnia  si mette in marcia direzione Urzulei.
Il viaggio prosegue tranquillo tra i racconti di esplorazione di Lucio, che mentre racconta sprizza gioia da tutti i pori.Si vede subito la passione che ci mette da come cercava di farmi capire le sensazioni che provi nell’essere il primo a trovare una grotta ,un ambiente ancora vergine che nessuno ha mai visto e ti ripaga di tutta la fatica e il tempo impiegato tra manzetti e scavi.
Ci fermiamo al bar di Barisardo a prenderci la colazione ,mentre aspettiamo l’arrivo di Gino e Tore e poi passiamo al forno dove troviamo dei tranci di pizza e delle frittate di zucca veramente buone.Finalmente arrivati a Urzulei il paesaggio è stupendo tra i vari Bacu , Codule e la miriade di animali al pascolo.Il parcheggio è vicino ad un ponticello in legno molto carino dove abbiamo consumato le famose pizze prima di entrare in grotta. Sistemata tutta l’attrezzatura ci mettiamo in marcia lungo il sentiero che porta al cancello di Su Palu,perchè l’entrata della grotta è chiusa con due lucchettoni e forzando il cancello siamo riusciti trovare uno spazietto fatto apposta per Cristina.
Che bello si scende nella diaclasi con quel sacco speleo con muletto supplementare, che ha fatto tanto ridere Lucio e Gino ,dove ho dovuto mettere il cibo, che se non mi fosse servito l’avrei bruciato.La compagnia prosegue tra i vari ambienti dai nomi che ricordano personaggi di film famosi, che ci vuole la mappa solo per ricordarteli e difficilmente non perderti, perchè come dice Tore dopo le interrogazioni di Gino :”Ittandisciu è tottu Perda”.
Passiamo il salone di Altaloma una grossa frana e proseguiamo verso il famoso sifone dove è stato meraviglioso immergersi nelle sue acque ,sembrava di ascoltare un film di Rocco Sifredi.
Il traverso mi ha divertito troppo anche se il famoso muletto mi sballottava da una parte all’altra facendomi faticare il doppio.Il cammino prosegue senza intoppi tra ambienti unici che ti ricompensano di tutte le fatiche.Stupende la zona delle vaschette dove abbiamo bevuto un po’ e la zona dei laghi con le favolose cascate: caspita quanta acqua.Ad un tratto si sente Gino:”Attenzioni a su Latti e Monti”.Ed io :”Che cosè su latti e monti?”E Gino :”Candu arribbasa tindi accattasa”.
Cavolo quanto si scivolava,era una distesa di fango bianco come il latte.C’era anche una sala con delle concrezioni di fango che sembrava cioccolato tanto che l’ho battezzata “la Sala Cioccorì”.
Arrivati al Campo di Alamein abbiamo preparato i nostri giacigli e lasciato i mitici sacchi in custodia a Marco e Piero che non avevano più voglia di continuare.
In sei proseguiamo in direzione Sa Ciedda e vi dico che sembrava di essere sulle dune di Chia,con una piscina con un sifone che ti invitava a farti un bel bagno e lì Gino ci ha preparato il suo mitico caffè.Suggestivo anche il”Lago delle Fate” con una sala ricca di canule sottilissime piene di eccentriche.Si è pensato poi di andare a Bellambria dove Lucio raccontava di aver visto la neve,io ero già tutto gasato all’idea, ma si trovava dopo 80 metri di corda e qualcuno si accorge di aver dimenticato al campo la maniglia:peccato non si può fare.Rinunciamo a vedere la neve e si prosegue al Peyote una galleria fossile dove un tempo passava l’acqua e infine si rientra al campo dove le due giovani marmotte avevano già mangiato e si crogiolavano nei loro sacchi a pelo.Che meraviglia levarmi di dosso quei vestiti fradici e accendere il fornello per riscaldarmi.Il gruppo inizia i preparativi per la cena che come al solito è leggera,ma ad un tratto si rovescia la pentola del povero Ale Gallo che per un pelo veramente rischia i suoi gioielli.A questo punto levo fuori la mia pentola e rimonto i manici  che avevo smontato per poter chiudere il sacco speleo e inizio a cuocere le pennette allo scoglio.Quel profumo di mare invade la grotta  e inizia l’acquolina.Che buone quelle pennette sarà che mi stavo zaccando dalla fame.Ormai stanchi ci mettiamo a letto e sulla scatoletta di tonno metto una candela da mezzo metro tutta spaccata  dai colpi che ha preso il sacco, per illuminare la grotta e farci compagnia, ma a Lucio non piaceva(“stura su farettu”) e dopo i vari tentativi di farmela levare senza successo nel cuore della notte si è alzato lui a spegnerla, dopo essersi liberato di quel materassino che ad ogni movimento faceva un casino.La mia prima notte in grotta è stata una tragedia non ho dormito niente .Il mio povero sacco non era adeguato alla temperatura della grotta facendomi consumare le energie per il freddo.Stavo invidiando Cristina che aveva sacco a pelo,copri sacco,telo termico e forse anche un termosifone.Alle 7:30 finalmente suona la sveglia,perché non ne potevo più di raggommittolarmi dentro quel sacco e iniziamo a fare colazione.Tra il “Ramo degli Obbit”, “Bellambria” , i “Tesori di Morgan”la compagnia alla fine decide di rientrare per non fare troppo tardi e superati “Sarrettonera “e su “Giru e su molenti” ,il torrente, il famigerato sifone le cui acque sembravano ancora più gelide,il traverso maledetto,si arriva alla diaclasi e finalmente si intravede la luce del cancelletto.Siamo finalmente fuori e con Marco stracciati ma contenti ci incamminiamo nel sentiero per arrivare al ponticello sperando che sia il verso giusto.Arrivati al parcheggio dove Lucio e Cristina  si stavano già cambiando a Marco è venuta l’idea di levarsi il fango tuffandosi nel torrente con tutta l’attrezzatura, ma l’acqua era più fredda di quella del sifone.
Dopo esserci cambiati e sistemato i sacchi ci siamo messi a mangiare e poi ci siamo dati appuntamento per un caffè al solito bar di Barisardo.Scommetto che voi una battuta al cinghiale in mezzo alla strada non l’avete mai vista.Tutti felici e contenti proseguiamo nella direzione bar ma ad un certo punto:PALETTA.Erano due giovani carabinieri che aspettavano l’ultimo sfigato per rientrare in caserma.Dopo un’ora di controlli e di telefonate alla caserma per chiedere le procedure e i codici,sembrava stessero scrivendo un romanzo e non scherzo, chiamano il povero Lucio che ormai era rassegnato a dover passare la notte in caserma e gli consegnano il verbale.Chi volesse conoscere i dettagli deve versare un contributo nel c/c di Lucio per pagare la multa.Finalmente alle 20 circa arriviamo a Cagliari :“NON DI POREMMU PRUSU”.Sognavo solo il mio scaldasonno a manetta e la sauna nella vasca.
BUONANOTTE.

Ringrazio tutti i partecipanti ma soprattutto Gino e Lucio che oltre ad essere stati le nostre guide (conoscono Su Palu come casa loro),ci hanno raccontato con PASSIONE tutti gli ambienti della grotta.

Categoria: Attività, Speleologia

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