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Lucio manca molto? Siamo a metà mi dice. Bene, tu prosegui io mi muoro qui…. tratto da una storia realmente accaduta e persone, luoghi e fatti sono reali

Località: Teletotes, Codula de Luna -Urzulei (NU)

Grotta: Su Palu

Partecipanti alla spedizione:  Lucio Mereu, Daniele Maugeri, Guido e Betty, Andrea Ledda (autore della “relazione”), Andrea di Roma amico di Guido e Betty.

Relazione: attività speleologica carsica del 04/05/2013 scritta da Andrea Ledda

Foto: di Guido Biavati

 

 

 

 

 

 

 

Premessa

Se state leggendo questa relazione vuol dire che sono sopravvissuto all’avventura. Su Palu è una bellezza della natura, la vista sembra non bastare, è insufficiente, ma pitticcu su culu. Una volta nella vita bisogna farla, a meno che tu non sia un iron man come Lucio o Daniele che sono capaci di cose che noi umani non siamo in grado di fare.

Se dovessi esprimere con aggettivi la grotta:

– Meravigliosa;

– Umida, anzi molto umida;

– Delicata;

– Enorme.

Questa relazione è tratta da una storia realmente accaduta e persone, luoghi e fatti sono reali.

Tutto ebbe inizio con la programmazione di Lucio che propone la scheda per Su Palu al fine di accontentare Andrea di Roma e Daniele. Leggo la mail e due emozioni mi conquistano:  quella della gioia perché ho la possibilità di vedere finalmente Su Palu; · quella che mi chiede “davvero vuoi mettere la sveglia alle 4? Pensaci bene”.

Va bene dai, alziamoci presto, anzi molto presto, alle 3:30 per essere un’ora dopo a casa di Lucio, luogo dell’appuntamento.

Arriva Daniele che sarà l’autista. Evviva, posso dormire un po’ durante il viaggio!!!Partenza puntuale, si, circa. Dopo poco le 5 stiamo partendo tutti dal Jolly hotel.

Un viaggio breve…Ma dove ca..o è Urzulei??? Aiuto, non voglio festeggiare il mio compleanno in macchina!! Va bene dai, fermiamoci a fare colazione, gentilmente offerta da Andrea di Roma al solito panificio-bar di Lotzorai. E poi via verso le curve che portano ad Urzulei.

Finalmente arriviamo al paese, lo superiamo in direzione Teletotes, giù al fiume. Arriviamo verso le 8 al parcheggio presso il ponte che attraversa Sa Codula ‘e Luna. Ognuno di noi si dilegua verso anfratti nascosti con della carta igienica in mano. Ci sta dai.

Iniziamo a cambiarci con Lucio che canta Nanneddu meu. Prepariamo il cambio da utilizzare al campo di El Alamein per la sosta. Mi domando il perché del cambio e mi riprometto di dimostrare agli altri che non mi bagnerò. Tiè!!!

Ci incamminiamo verso l’ingresso costeggiando il fiume. Che spettacolo ragazzi! Adoro la mia terra ed adoro il Supramonte!

Arriviamo alle 8:30 circa all’ingresso della grotta ed attraversiamo il cancello giallo. In quel momento ancora non sapevo quanto avrei desiderato rivederlo.

Appena entrati in grotta, impiego un quarto d’ora per capire come superare una strettoia stupida con saltello.

Invento una scusa a Betty che è subito dietro di me per non passare per idiota. Ok, superato il salto, ecco la diaclasi in discesa. Semplice, anche se rischi di rompere qualche vela, in quanto è molto stretta. Unafigata di diaclasi in discesa, mi sento un bambino!

Attendiamo l’arrivo di tutti sfruttando la luce di Lucio (tanalle!!). Arrivato Guido, si parte verso il fiume. Io continuo a convincermi che dimostrerò a tutti che non mi bagnerò.

Sentiamo il fiume. Scendiamo di livello superando qualche piccola frana e intravediamo il fiume. Livello dell’acqua basso ma suggestivo.

Seguiamo il fiume verso il sifone. Camminiamo con le ginocchia leggermente piegate, schiena curva ed ad una mano il sacco. Scallonisi.

Dai però non mi sto bagnando oltre gli stivali. Ahahahaha. Tiè!!!!

Continuiamo ad attraversare il sifone, ma ad un certo punto ci fermiamo e incominciano a frastimare. Mi sa che ho perso: mi devo bagnare e molto pure. Dobbiamo attraversare il sifone, stretto, col passo del giaguaro e con acqua bagnata e molto umida. 🙁

Penso al fatto che mi sono svegliato prestissimo di mia sponte, mancava solo che dovessi pagare così, oltre al danno (bagnarmi completamente), la beffa.

Attraversa il sifone per primo Lucio. Iron man. Poi Andrea di Roma. Betty simula Caronte con una corda e moschettoni per spostare i sacchi. Via. Tocca a Betty. Io, Guido e Daniele escogitiamo un modo per evitare di bagnarci. Pensiamo di fare una diga a monte e lasciare che l’acqua segua il suo corso in modo che si svuoti il sifone. Non abbiamo voluto fare le femminucce, quindi via uno dopo l’altro. Ho frastimato così tanto che ho temuto che i santi mi avrebbero aspettato all’ingresso al rientro.

Ci siamo tutti, bagnati, ma ci siamo. Riprendiamo a camminare appesantiti dall’acqua. Ad ogni passo si sente ciaff dell’acqua nelle scarpe/stivali. Attraversiamo sale e piscine spettacolari. Concrezioni, canule, baldacchini e piscine così belle ed in ampie sale che ho paura che il senso della vista non basti. Sono talmente geloso di quel che vedo, che lo vorrei tutto per me.

Proseguiamo attraversando ampi ambienti sempre ricchi di bellezze imbarazzanti sino ad arrivare in prossimità della cascata. Ormai sono talmente bagnato che non mi preoccupo più. La scommessa tanto è ormai persa.

Facciamo le vie alte che, come un canyon stretto, trasportano il fiume sino alla foce. Noi gli siamo sopra sui traversi. Mi ricorda molto Su Bentu. Tecnicamente ti caghi. Traversi di traverso con salti di parte. Mi sento importante e pazzo, ma tanto mi hanno insegnato che una longe, anzi due ti salvano la vita, qui spregiudicato vado avanti.

Lucio comanda la spedizione spanota bagnata e felice. Arriviamo alle corde che ci portano al fiume. Già, ancora acqua. Attraversiamo il fiume camminando sul fiume. Il White Nile.

Qualche saltello e siamo al lago. M E R A V I G L I O S O.

Dobbiamo legare Daniele. Si vuole lanciare in acqua. Riusciamo a convincerlo che ormai è una persona adulta e come tale deve comportarsi. Ma è meraviglioso vederlo felice come un bambino. Ma come dargli torto? Siamo tutti a bocca aperta.

Lucio ci ha fatto un regalo. Invece di portarci direttamente al campo, ci ha fatto vedere il lago e poi la piscina di acqua potabile subito sopra. Il Blue Nile. No vabbè, ma è stato ritoccato evidentemente con photoshop. Non esiste tanta bellezza.

Abbandoniamo la fotografia della piscina per arrivare al campo.

Ci mangio tutto, Daniele mi offre di tutto e di più dalla sua sacca rubata a Mary Poppins.

Nemmeno una donna riesce a portare tanta roba dentro una borsa.

Decidiamo di cambiarci perché star fermi ci ha fatto venir freddo. Lucio ci frastima perché decidiamo tardi di farlo. Dai Lucio, aspetta!!

Finalmente abbiamo un programma. Alle 13 circa? Bho non ricordo. Comunque abbiamo un programma. Prima verso Lillipoot, il Lago delle Fate, poi il Tesoro di Morgan e poi rivediamo il programma da li in poi. La certezza è il nostro mantra.

Comunque dovete spiegarmi chi ha dato i nomi alle zone della grotta.

Comunque procediamo. Qualche salto. Qualche frana e sala enorme e ci troviamo nel ramo di Lillipoot. Un ambiente così enorme che ci starebbe lo scempio del palazzo di Zuncheddu di via Santa Gilla dentro. Mi sento così piccolo che ogni passo in progressione è un’impresa per via dei massi enormi. E’ anche vero che incomincio a sentire i muscoli abbandonarmi. Perché? Sono allenato eppure….

Arriviamo al Lago delle Fate che ci strappa la parola. È offensivo parlare. Bellissima colata frontale con un ingresso che ci mostra come è fatta al suo interno.

Una leggenda vuole che solo i puri siano in grado di vedere le fate. OH! Ci fosse uno di noi che ne avesse avvista una!

Abbandoniamo in silenzio il Lago e procediamo verso il Tesoro di Morgan. Morgan chi? Se becco chi da i nomi alle sale delle grotte, lo concreziono al suo interno. Ci arriviamo con qualche incertezza per via dei catarifrangenti osceni mal posizionati lungo i rami.

Comunque tra l’esperienza e la memoria di Lucio e qualche passante del luogo, riusciamo sempre a trovare la via giusta. Infatti arriviamo al Tesoro di Morgan. Bruttino, non ci andate, non ne vale la pena. Cosa vuoi che sia una concrezione che sembra un diamante enorme.

Ok, ora che si fa? Fosse per me vorrei morire li. Sono distrutto. Siamo davanti alla corda che porta al Pozzo di Oliena ed alla corda che porta verso il lontano Disneyland. Decidiamo per la prima salita che da li, tramite un secondo livello ci riporta al campo.

Salgono prima Lucio e poi Betty. Segue Andrea di Roma che, superato il primo frazionamento mi da il libera. Salgo ma non salgo. Cioè, non riuscivo a salire, ormai ero solo un corpo a peso morto. Arrivo al frazionamento stremato e a questo punto chiedo se qualcuno mi può passare la capsula di cianuro. Io mi fermo qui. Guido mi convince che posso tornare indietro con le mie gambe a patto che faccia il cambio attrezzi e scenda giù in modo che si possa tornare indietro. So che mi stanno odiando gli altri, ma non ce la facevo più.

Sono appena sopravvissuto al fuoco di Sant’Antonio, il quale mi ha lasciato un po’ di fiacchezza. Dai scusatemi. Mi scusano o almeno credo. Comunque il fatto che si torni indietro secondo me è un sollievo anche per qualche altro perché erano le 16 e la grotta incominciava a sorridere sardonicamente.

Si marcia indietro seguendo esattamente la strada precedente. Per piacere non sbagliamo, ogni passo in più inutile è energia persa. Sono già in riserva.

Quindi attraversiamo e salutiamo Morgan ed il suo Tesssssoro. Poi il silenzio obbligatorio attraversando il Lago delle Fate. E ci credo. Non ho fiato nemmeno per pregare. Sono passato da uomo libero e felice a dead man walking.

Se prima Lillipoot era un ambiente enorme, ora mi sembra la strada verso la mia fine. Ed eccoci nuovamente al campo. Daniiiiii, hai qualcosa per me? Sto morendo ed ho bisogno di mangiare qualcosa. Perfetto un pezzo di grana. Prendiamo quanto lasciato precedentemente e si torna prima che tiri l’ultimo sospiro. Tornando indietro ho una prima visione. Una ragazza bionda che in costume di sta facendo un bagno nel Blue Nile. Visto?

Lo sapevo, sono puro: la Fata. Vedendoci si riveste. Nooooo, perché? Non cambiarti, stai benissimo così. Arriviamo giù e Lucio saluta un ragazzo di Laconi che ha accompagnato la Fata ed un bruto, due polacchi a vedere le meraviglie di Su Palu. Ciao bella sono Andrea, Andrea senza più energie!

Proseguiamo verso il White Nile che sembra più freddo o sono io che sono morto e non me lo hanno ancora detto? Oppure sono in Lost. Opss Spoiler.

Arriviamo alla corda che ci riporta oltre la cascata sino al traverso. Dani mi serve cioccolato per salire, sono senza forze. È vero!!!. Tutti si preoccupano per me. Cioè sperano che non serva un palanco. Grazie Guido. Non so come sia riuscito a risalire i due tratti di corda. Dani il tuo cioccolato è magico.

Aspettiamo gli altri, mentre la fata e gli altri ci recuperano. Incomincio con Lucio la parte dei traversi. Non è ancora la mia ora quindi riesco a superare anche il tratto del traverso messo di traverso.

Arriviamo al livello del fiume prima della cascata, quindi il livello superiore, sotto le bellezze della sala famosa delle piscine. Lucio ed io attendiamo gli altri. Lucio mi fa vedere un animale endemico simile ad una formica rossa. Un sarda qualcosa. Non ricordo il nome della specie.

Lucio manca molto? Siamo a metà mi dice. Bene, tu prosegui io mi muoro qui.

Arrivano tutti e riprendiamo superando le piscine e salti tra colate e concrezioni fantastiche che mi ricordano il paradiso. No, Andrea, non sei morto, qualcuno mi dice.

Chiedo il time out prima del sifone e lasciamo che la fata e gli altri ci superino. Dani hai altro?

Dai riprendiamo e ci avviamo verso il sifone. Figo non vedo l’ora. I santi che mi attendono all’ingresso aumentano. Fanno la fila. L’acqua è ghiacciata. Arrivano tutti, anche i sacchi.

Betty, mi devi un moschettone. Era laccato d’oro quello che mi hai perso mentre trasportavi i sacchi!!!

Un attimo di divertimento fanciullesco tra Lucio e Guido che bloccano Daniele nel sifone.

Ragazzi c’è poco da ridere, io sto morendo. Dai muoviamoci.

Riprendiamo accovacciati l’ingresso del sifone e metto in azione i muscoli di backup. I principali sono irrigiditi ed ormai inutilizzabili.

Quanto manca? Penso che Guido mi stia prendendo per i fondelli. Un’altra ora e mezza mi dice. Ho terminato i Santi.

Ci arrampichiamo. Mi trasporto verso la diaclasi iniziale. Pensate a fare una salita con maniglia attaccati alla roccia all’interno di una strettoia e senza forze. Daniele mi dice che ce la posso fare. Io gli rispondo che confido in lui e che sicuramente lui ce la può fare, ma non io.

Dai ci provo e non so come cavolo riesco ad arrivare al primo frazionamento. Do il libera a Dani, il quale parte ed è già al frazionamento. Come cavolo fai Dani? Hai la maniglia col motorino?

Altro frazionamento e sento l’aria di fuori ed una luce. Ecco, sono morto. L’abbraccio della luce che mi conduce verso il paradiso. Sento Betty che mi dice che posso farcela. Quindi capisco che l’abbraccio è della grotta che non mi vuole lasciar uscire ma vinco io. Siiiiiii.

Sento la colonna sonora di Rocky ma non corro, sono troppo stanco.

Aspettiamo Andrea di Roma che è l’ultimo a risalire.

Via verso le macchine. Riprende a piovere e realizzo che il White Nile era freddo per via dell’acqua piovana e non perché ero morto. Tutto torna ad avere un senso.

Non sappiamo se tornare a casa o andare, essendo sabato, a Su Bentu alla grande frana.

Sarei tornato in pullman pur di toccare letto. In realtà eravamo tutti distrutti, non solo io.

Divido la mia torta salata allo speck, radicchio e funghi e decidiamo di andare in pizzeria a Lotzorai.

Parcheggiamo. Nooooo. Si cammina ancora, non ce la posso fare. Chiedo se c’è da fare ancora corda ma mi confermano che per entrare in pizzeria non è necessario. Fiuuuu. Prenotiamo e mangiamo.

Andrea di Roma chiede a Giudo: Guido io? No Guido sono Io. Guido io la macchina? Ah si si certo.

Ci salutiamo. Lucio aveva preso invano il caffè per non dormire in macchina. Per fortuna Daniele resta sveglio. Non so come abbia fatto anche perché io ho dormito e anche profondamente.

Arriviamo alla macchina e saluto, prima Lucio poi Dani ringraziandolo di tutto il cibo che mi ha permesso di arrivare sin li. Salgo in macchina e metto le ali. Lancio l’attrezzatura in veranda, mi lavo velocemente mi butto a letto. Sveglia alle 8 per andare ai 7 fratelli. Ma questa è un’altra storia, ma state tranquilli sono sopravvissuto anche a questa.

Morale

Giornata tosta ma ne è valsa la pena. La grotta è il paradiso di cui tutti, soprattutto in un libro molto noto, parlano. Andateci il prima possibile. Ricordatevi di portarvi un cambio, tanta roba da mangiare, ah sì, certo…. Prendete ferie per allenarvi un mese prima di affrontare questo avventura!

L’autore sopravvissuto

Andrea Ledda

Categoria: Attività, Primo Piano, Relazioni, Speleologia

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