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Is Cattas 2003

ATTIVITA’: Speleologica
DATA: 16 febbraio 2003.
COMUNE: Santadi
LOCALITA’: Is Cattasa
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Grotta Di Monte Meana
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Lucio Mereu
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Annalisa Del Pin, Andrea Cincotti, Andrea Loi, Carlo Taccori, Daniela Fanti, Daniela Sanna, Ermanno Pusceddu, Gino Baldussu, Luciano Pusceddu, Lucio Mereu, Marco Mattana, Ovidio, Raffaele Schirru, Roberto Sanna, Roberto Simbula
Alle 08.30 circa siamo partiti alla volta della grotta Is Cattas situata nei pressi di Santadi. Il gruppo era formato da sei ex corsisti 2002: Daniela, Daniela “linea blu”, Andrea, Andrea, Marco detto “Pac-man” e Carlo; e quattro istruttori, Raffaele, Ovidio, Luciano e Gino più il nostro responsabile speleo Lucio. Ad aspettarci nei pressi della grotta c’erano Alessandro Mandis, Roberto, Ermanno “Unghia”, Annalisa e Roberto, il che ci ha fatto molto piacere.
Dopo il rito della vestizione, dove ognuno di noi ex corsisti controllava il proprio compagno se la sequenza degli attrezzi fosse indossata nell’ordine giusto, vale a dire: lounge, maniglia, croll, siamo saliti circa 50 m fino all’ingresso della grotta, che un tempo doveva essere stata una cava di marmo.
Dopo un breve corridoio siamo arrivati ad un terrazzino. Qui l’attesa è stata un po’ lunga. Ci sono voluti 60 m di corda per armare il pozzo di 40 m, frazionato in quattro punti e un cordino per il corrimano iniziale. Dieci moschettoni e dieci anelli. Alla fine uno per volta, assicurati al corrimano, ci siamo calati nel pozzo. Con grande serenità e sempre sotto l’occhio vigile degli istruttori, abbiamo superato i frazionamenti fino ad arrivare nella sala da dove è iniziata per noi neo “speleologi” l’esplorazione della grotta.
Un altro salto di 8 m (per il quale è stata usata una corda di 10 m), una strettoia attraverso la quale si passa senza alcuna difficoltà, ancora un corridoio che un tempo fu il passaggio di un fiume sotterraneo è finalmente siamo arrivati in una saletta; ricca di bianche stalattiti ed eccentriche. Nella saletta si è notata anche una grossa frattura, segno questo di uno spostamento del terreno. Da qui dopo un giro ad anello superando una piccola frana, abbiamo preso la via che porta ad un ramo basso della grotta, fino ad arrivare ad un laghetto. Dove l’acqua, come ci spiegava Raffaele, c’è sempre.
L’escursione è durata circa cinque ore.
Ad aspettarci davanti ad un bel fuoco c’erano Ermanno e Roberto. Una volta che anche gli ultimi vale a dire Annalisa, Roberto e Luciano, i quali hanno disarmato la via, sono arrivati al campo ci siamo seduti tutti intorno al fuoco e tra un boccone e molte risate ci siamo intrattenuti fino al tramonto, prima di riprendere la strada verso casa.
Da parte di tutti noi neo “speleologi”… se posso azzardare il termine, grazie mille agli speleologi presenti domenica per la bellissima giornata.
 
Note personali:
E-mail di Lucio parlava di una grotta piccola ma tecnica, e così è stata. A parte l’uso degli attrezzi per la discesa e la risalita, c’era un po’ d’arrampicata, qualche passaggio in opposizione e per i più curiosi cunicoli nei quali strisciare. Insomma una grotta completa, ideale per ripassare tutto quello che abbiamo appreso durante le lezioni del corso.
Difficoltà nel complesso nessuna a parte l’orientamento. Personalmente ho molta difficoltà ad orientarmi in grotta, per questo chiedo a voi che siete esperti: può essere utile prima di un’uscita sedersi al tavolino e con tutti i partecipanti studiare la pianta della grotta, oppure l’orientamento si acquisisce con l’esperienza?
Ciao a tutti da
Daniela “linea blu”

Categoria: Attività, Primo Piano, Relazioni, Speleologia

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