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Grotta Luigi Donini

Si credo che questo sarà un WEEKEND che non dimenticherò tanto facilmente e per me è stato un lungo WEEKEND di paura (scherzo).
Si parte di venerdì, dopo la partita naturalmente: chi ha il coraggio di fare altro quando gioca la nazionale? Al triplice fischio cominciamo a caricare i bagagli sulla JEEP di Paolino. Faccio equipaggio con Paolo e Fabio , dietro di noi ci sono Gianluca e Andrea. Ci ritroviamo con gli altri a Villaputzu  per una sosta veloce (pensavamo noi) e invece la pizza ce la servono intorno alle 23.Vabbè non fa niente non avevamo appuntamenti da rispettare, in fondo il giorno dopo ci aspetta solo la DONINI e agli altri  BACCU PADENTE. Quisquiglie. Arriviamo a Monte Lopene intorno all’una e con quel cielo stellato , con quella leggera brezzolina  cosa fai te ne vai a letto? No. Montiamo le tende, e poi una canzone tira l’altra. Si è fatta quasi l’alba e a momenti incrociavamo il presidente e la first che erano partiti nel cuore della notte. Io ero ospite di  Paolo e Fabio nella loro suite. Posiziono la sveglia sulle 7.30 con ammonizione di Paolo di non farla suonare troppo perché poi lui si sveglia male .
Detto fatto,  al primo trillo ho spento subito, mi alzo già agitata e pensierosa. Faccio toilette e comincio a vagare per il campo, un po’ ansiosa. Ma avrò preso tutto quello che mi serve per la grotta? Controllo e ricontrollo. Parlo con Riccardo e Robertone che sarebbero stati miei compagni di avventura e mi tranquillizzo.  Intanto comincio a preparare il mio zaino o meglio il mega zaino tecnico offertomi gentilmente da Paolo Labieni (Don Canyon) che ho visto bene di riempire con almeno 18 bottiglie vuote perché sarebbe stata la mia ancora di salvezza, il mio canottino di salvataggio. Facciamo colazione tutti insieme e poi si parte. Paolo e Fabio i miei coinquilini partono alla volta di Padente e io ospite del presidente e della first mi appresto ad affrontare  la DONINI.
La nostra squadra era composta anche da Gianluca, Andrea Loi , Riccardo M., Daniela Sanna, Massimiliano Roberto M. e Stefano M.
Arrivati a Sedda ARBACCAS parcheggiamo e cominciamo la vestizione: muta, tuta, imbrago luce e quant’altro. Io avevo un elettrico che faceva cagare quindi dietro consiglio del presidente ho “scelto” l’acetilene. Era da 2004 che non usavo un casco speleo. La mia ultima volta è stata quella  in cui ci siamo svegliati col botto a Baunei. Pronti via  partiamo alla ricerca del buco della Donini.Dopo un quarto d’ora d’avvicinamento eccoci finalmente arrivati. Per smorzare la tensione tendo sempre a propormi per prima.
Finalmente sono dentro e sono molto emozionata. Il primo tratto è un susseguirsi di vaschette dove scorre dell’acqua limpida e le pareti sono rocce bianche e levigate: tutto molto bello.
Da qui in poi per me comincia un turbinio di emozioni che mi impedirà di godermi l’ambiente circostante.
Eccoci infatti arrivati al primo salto  con atterraggio su un pavimento liquido. Si toccherà non si toccherà chi lo sa? Pierlu arma la via, Andrea scende per primo per fare sicura e  dopo Stefano, scendo io. Vedo Stefano appollaiato in un’ansa e Andrea pure  su un roccione e il resto è acqua. E io? Che faccio? Non si tocca! Accidenti a me! Avrei dovuto pensarci prima! Che ci fa alla Donini una che ha paura dell’acqua alta?  Chiedo ad Andrea di farmi salire sul roccione e ho fatto tanta fatica per poi accorgermi che Simona  e Daniela stavano passeggiando “ quindi si tocca?” chiedo. Certo che si tocca! Ecco questo è stato il filo conduttore della mia visita alla Donini. L’acqua alta al buio mi faceva ancora più paura. Però ho avuto dei compagni veramente splendidi perché oltre che aiutarmi a superare i punti critici (acqua alta) non mi hanno lasciato un attimo da sola. Andrea e Gianluca i miei angeli custodi, Roberto il mio bagnino ( mi ha persino offerto i braccioli di Winnie de Pooh) , Riccardo il mio massaggiatore (quando sono cominciati   crampi per stanchezza e freddo) e Pierluigi continuava a rassicurarmi quando io dicevo che non ce l’avrei  fatta. Insomma la

mia faccia ricordava quella di Maria Antonietta che si recava al patibolo per farsi mozzare la testa. A un certo punto, quando le forze mi stavano abbandonando, sento i miei compagni fare festa: la luce del sole ci faceva capire che eravamo arrivati alla fine della grotta. Anche io accenno un sorriso. E’fatta siamo arrivati! L’ultima vaschetta è una piscina, per raggiungerla basta tuffarsi. ODDIO!!!! Come posso fare? Andrea è sempre il primo a  tuffare e gli altri a  seguire. E IO? Guardo terrorizzata Pierluigi e gli dico che io non posso, potrei morire d’infarto! Lui mi guarda e mi dice che per me avrebbe armato e poi capisco che quella corda l’avrebbe volentieri messa attorno al mio collo. La vergogna ha superato la paura. Passo  gli occhiali a Robertone e mi tuffo. Riemergo e scopro con sorpresa di essere ancora viva. Gli altri nel frattempo stavano continuando a tuffare e a divertirsi da morire. Oh ragazzi, anche io mi stavo divertendo (sigh!). Pierlu comincia ad armare  l’ultimo salto da 50m. oddio, eravamo talmente stanchi che sollevare la corda doppia così lunga e bagnata sarebbe stata un’impresa! Un armo peraltro molto esposto! L’ultimo salto è veramente strepitoso! Pierlu che faceva sicura giù lo vedevo piccolo piccolo. La corda era molto pesante quindi la discesa è stata  lenta ma godibilissima. Quando il gruppo è finalmente fuori ci muoviamo per tornare alle macchine. Con tutta la stanchezza accumulata e con il buio, il ritorno è un po’ complicato. Ma la nostra guida è il presidente e quindi nessun problema. Ci sono stati dei momenti di tensione per via della stanchezza. Riccardo  ha sclerato ad un certo punto vedendo che Andrea era talmente in forma da avere ancora la forza di saltare e cantare ( “correndo una libellula in un prato”). Arriviamo finalmente alle macchine e li troviamo qualcuno che ci aspetta con un bel falò. Era il gruppo di Uras che faceva campo là. Dopo qualche minuto arrivano pure i nostri che preoccupati ci stavano venendo incontro. Qui finisce la mia prima avventura alla Donini    e credo che se non deciderò di farla in solitaria sarà anche l’ultima perché credo che nessuno mi proporrà più di farla, visto che ho rotto le scatole per 12 ore a tutti. Comunque ragazzi GRAZIE!!!!!!!!!!!! A tutti!!!!Non posso dire di essermi divertita quando ero dentro perché la paura mi ha    impedito di godermela. Nonostante il freddo però ho sentito molto calore che si sprigionava dai vostri cuori. Voglio ringraziare in particolare Pierluigi e Don Canyon che hanno insistito ( vero?) perché io facessi questa grotta. A mente fredda dico : è veramente meravigliosa!!!!!!!!!!!!! IL resto del weekend  l’ha raccontato bene Fabio.Mi stavate prendendo in giro o sbaglio? Ciao alla prossima se ci sarà!!!!!!!!!

Categoria: Attività, Primo Piano, Relazioni, Speleologia

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