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Escursione a “Su Palu” Gennaio 2008

ATTIVITA’: Speleo
DATA: 26/27-01-2008
COMUNE: Urzulei
LOCALITA’: Codula di Luna
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Su Palu
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Lucio Mereu
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Lucio, Gino, Tore, Alessandro, Marco, Piero, Cristina, Massy… tutti GSAGS

Come ogni anno, dopo che i ragazzi dell'ultimo corso si sono un po' smaliziati con qualche grotta più o meno impegnativa, ho voluto perpetrare la tradizione d'organizzare una grotta un po' più complessa.
Complessa, non tanto da un punto di vista tecnico, ma sopratutto da un punto di vista organizzativo e mentale.
Su Palu è senz'altro una grotta che, oltre essere splendida , risponde senza alcun dubbio a questi requisiti. Innanzi tutto è una grotta lunga, è una grotta bagnata e sopratutto, per la maggior parte dei partecipanti, è stata la prima esperienza di campo interno con tutti i problemi organizzativi che questo comporta. Sono sicuro che si son provati la configurazione del sacco per un'infinità di volte, e devo dire, per lo più con buoni risultati. Ho visto sì qualche sacco con gancio traino e carrellino perchè non si è riusciti a far stare tutto dentro, oppure qualche altro con la sacca stagna rigonfia che fuoriusciva dal sacco speleo una ventina di centimetri come una vescicca di  cornamusa, ma ripeto, nel complesso molto bene; si è riusciti a imbastirli anche piuttosto leggeri.
Inizialmente avrei voluto che, per ovvie ragioni non fossimo stati più di sei persone, ma visto l'interesse suscitato, prima che chiudessi la scheda siamo arrivati (orrore!!) addirittura a undici partecipanti.
Poi, qualcuno ci ha ripensato, io non ho rimpiazzato nessuno, e quindi alla fine siamo rimasti in otto.
A proposito dei ritirati e di quelli che per questa volta hanno optato per il no, devo dire che gli ammiro moltissimo perchè ci vuol più coraggio a saper dire di no a una cosa anche se la si desidera moltissimo, piuttosto che imbarcarsi in un'avventura da cui si potrebbe uscirne malconci. Saper valutare le proprie forze e capacità è una grande dimostrazione di maturità. A questi, dico che Su Palu è sempre là, e sia io, che Gino, che Tore e altri,  saremmo sempre a disposizione per quando intendono riprovarci.
Il fatto che fossimo ancora in otto, devo dire che, i giorni prima d'entrare in grotta, mi faceva un po' sudare freddo; pensavo che se fossimo riusciti, con quel numero, ad arrivare al campo in cinque ore, sarebbe già stato un miracolo.
Devo dire invece che sono rimasto piacevolmente sorpreso. Nonostante  ci siamo fermati ad ammirare la grotta,e dare spiegazioni su dove ci trovavamo e a fare fotografie, abbiamo impiegato quattro ore esatte ad arrivare ad El Alamein, ma sopratutto ci siamo arrivati con ancora benzina  nel serbatoio (o pistoccu in bertula, come direbbe qualche sardo verace!).
Sistemato (egregiamente) il campo e fatto un piccolo spuntino siamo partiti alla volta dello splendido sifone di sa Ciedda, passando per l'ingresso a valle, tra le sabbie bianchissime ed invitanti delle gallerie di Sand Creek e riuscendo dall'ingresso a monte attraverso i bianchi cunicoli del freatico fossile di El Peiote, attraversando l'Archetto per rientrare a Lilliput, e poi di nuovo al campo, ma non prima d'aver ammirato il fiabesco e concrezionatissimo "Lago delle Fate".
L'idea sarebbe stata d'andare a visitare il vero freatico fossile di Su Palu passando da Bell'Mbriana e ammirare l'enorme galleria di Kuckuck e le splendide condotte di" Mari del Sud" ma peccando un po' nell'attrezzatura abbiamo dovuto rinviare; poco male! sarà per la prossima volta.
Rientrati al campo si è dato il via ai fuochi e El Alamein sembrava la cucina di un grande ristorante.
Si è mangiato sino ad abbuffarsi con minestrine, passati e risotti vari, nonché, per finire, le deliziose pennette allo scoglio di Massimiliano e il superbo cafè (valido solo per la grotta) di Gino.
Poi, finalmente a nanna; tutti spengono le luci eccetto Massimiliano che si ostina a tenere una candelona benedetta a Lourdes, forse per scacciare i demoni della grotta, ma, poverino, se uno a paura del buio non gli si può dire niente e poi, sai, aveva freddo e gli mancava tanto Daniela! (scherzo, Massimiliano!!..o no??). L'unica che aveva ben preso le misure alla grotta è stata Cristina che s'è organizzata un super giaciglio con materassino, coprimaterassino telo termico argentato, che sembrava una salma ripescata dal fiume. Comunque, è l'unica che ha veramente dormito bene; un buon esempio di organizzazione grottifera.
L'indomani mattina, sveglia alle sette mezzo e poi, via ad una ricca colazione che non aveva nulla da invidiare alla luculliana cena della sera prima.
Poi breve briefing per decidere cosa fare. Scartiamo subito l'idea d'andare a Bell'Mbriana e decidiamo di ritornare con calma sino all'uscita. Altre fottografie, altre soste per ammirare altri scorci siggestivi della grotta, come il ramo degli Hobbit che sputava acqua attraverso le sue bianche colate di calcite. Riattraversiamo nuovamente il sifone, la cui acqua, ora, ci sembrava ancora più fredda, e poi di nuovo verso l'uscita risalendo, dulcis in fundo, la frana e la diaclasi iniziali. Breve spuntino alle macchine e poi via verso casa, non prima però d'aver conosciuto dei simpaticissimi amici carabinieri di Urzulei che per fare gemellaggio con Cagliari, mi hanno inflitto centocinquanta euro di multa e il ritiro del libretto perchè m'era scaduta la revisione da venti giorni.
Comunque, neanche questo è riuscito a rovinarmi la gioia di un'escursione insieme a dei simpaticissimi compagni. Sono stati tutti bravissimi, veramente una bella squadra con cui rifarei nuovamente un'escursione in questa bellissima grotta, magari in zone ancora più belle e suggestive.
Un ringraziamento particolare va a Gino e Tore che, con la loro competenza e conoscenza della grotta, hanno fatto sì che questa escursione diventasse un'indimenticabile esperienza per un gruppo d'amici uniti da una comune passione. La Speleologia.

Categoria: Attività, Speleologia

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