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PIOVERA’ O NON PIOVERA’?

ATTIVITA’: Speleo
DATA: 13-01-2008
COMUNE: Iglesias
LOCALITA’: Cuccuru Tiria
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Pitz'e Crobis
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Fabio Angius
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Fabio, Robertino, Michela, Robertone, Gnogno, Roberta, Andrea, Antonello, Valeria, Francesca, Gianluca, … tutti GSAGS

La domenica inizia con la telefonata di Michela:
<Qui piove a dirotto. Cosa facciamo?>.
Rispondo:
<Qui non sta più piovendo e il cielo, verso Iglesias, mi sembra abbastanza pulito. Ci troviamo tutti all’appuntamento e decidiamo il da farsi.>.
Detto fra noi temevo di non poter andare in grotta e di passare la giornata a “pettinare le bambole”, come direbbe il buon Ermanno.
In ogni caso l’attrezzatura era già pronta, la macchina col pieno nel serbatoio, mi rimaneva solamente da organizzare la borsa frigo per il pranzo.
Tutto pronto! Carico il “Disco” e via alla volta del parcheggio dell’ex K2, ritrovo abituale dello Spano per coloro che organizzano delle uscite in direzione Sulcis-Iglesiente.
Alle 08,35 (non mi smentisco mai in fatto di ritardo agli appuntamenti, ma è più forte di me) fermo la macchina e saluto i sette o otto che invece all’appuntamento c’erano in orario.
Inizia a piovere. Che palle!!
Ci rintaniamo sotto il cornicione del supermercato, sperando che quell’enorme nuvola grigia passi sopra di noi prima possibile, lasciando spazio al più azzurro dei cieli e a quel sole cocente che ci avrebbe permesso di sorridere per tutta la giornata. Così fu.
<Sono le nove meno dieci> esclama qualcuno <chi manca; cosa facciamo?>.
Facciamo il conto dei partecipanti e scopriamo che, a parte Andrea e Roberta che avremmo dovuto incontrare direttamente a Iglesias, mancava Robertino, le Laure, etc..
Alcuni tentativi di telefonata ai cellulari. Niente…… Bello!! Anzi, oserei dire una figata!!
Ecco Roby Mura che parcheggia la sua Panda (pandaiamari, pandaiamonti…..). Forse gli altri, anzi dovrei dire le altre, non si sono fidate del tempo e hanno deciso di rimanere sotto le coperte, senza considerare che magari un messaggio di disdetta ci avrebbe fatto risparmiare i 45 minuti di ritardo che abbiamo accumulato nell’attenderle. Ma non c’è problema. La prossima volta, per loro l’appuntamento sarà alle cinque del mattino in Piazza Costituzione!
Ok! Tutti in macchina. Organizziamo gli equipaggi, ci facciamo due o tre domande su quante crostate ci saranno per il fine pranzo e……..si parte!!
Arrivati alla volta di Iglesias incontriamo anche i nostri due amici che si domandavano se avessimo deciso di non andare più in grotta, o se fossimo annegati dopo l’ultimo diluvio, e invece c’è da dire che gli “spanotti” non si arrendono mai. Eravamo lì, pronti e attrezzati di tutto punto.
Parcheggiamo le nostre auto a Cuccuru e Tiria e, nonostante la temperatura si aggirasse intorno a -200° Kelvin, decidiamo di spogliarci, mettendo in mostra una tempra che ben pochi hanno, e ci cambiamo infilando le nostre sporche tute speleo.
Proprio in quel momento……guarda chi arriva: gli sfigati dell’USC (per Torpado).
Dopo vari baci, abbracci e saluti, sapendo che tanto per pranzo avrebbero portato due panini al salame e una scatola di tonno (in quindici), confermammo loro il fatto che non li avremo aspettati per mangiare, per cui sacchi in spalla e tentammo la salita.
Dico “tentammo” perché, in effetti, con la chiusura dei terreni con recinzioni e cancelli vari, avevo un po’ perso l’orientamento, tanto che il sabato pomeriggio, con Michela, abbiamo fatto un sopralluogo in zona (cavandone un bel buco nell’acqua). L’ultima speranza era cercare la strada più facile per trovare la grotta utilizzando carte IGM o satellitari.
Così feci, una volta tornato a casa, grazie a Oziexplorer (e grazie al buon Taccori che si è prodigato per insegnarci il suo funzionamento), trovando, visualizzando e memorizzando più o meno il percorso, in maniera tale da non perdere ulteriormente tempo nel cercare l’ingresso e, soprattutto, evitare di fare una bella figura di merda. Comunque, attraversato un piccolo (e soprattutto nuovo residence mai visto prima), e infrattati nel murdegu per un centinaio di metri, troviamo finalmente la grata orizzontale che protegge l’agognato ingresso di Pitz’e Crobis. Non c’è stato bisogno nemmeno della chiave da “17”, perchè la grata era già sbullonata. Sono circa le 11.00. Scoperchiamo e armiamo due vie. Roby quella di destra, io quella di sinistra. La cosa inizia a farsi interessante…….
Nonostante non andassi a Pitz’e Crobis da tanti anni, avendola armata una sola volta ma essendo abbastanza limitata, mi ricordavo perfettamente la sequenza dei frazionamenti.
Ma qui sta il bello. Le cose erano cambiate e non di poco!!
A parte il pozzo iniziale di circa 20 mt, dove hai tante possibilità di frazionare e a parte rocks inservibili, sul fondo, in discenderia verso un altro salto da circa 7-8 mt, non esisteva più la frana che ricordavo, ma tutto è sepolto da uno strato di terra, fino a renderlo scivoloso, in maniera tale da nascondere il fix utilizzato per la corda in discenderia.
Quindi, mentre Roberto continuava ad armare tenendosi sulla destra (rispetto alla salita), io armavo un cordino attorno alla prima, massiccia e bianchissima colonna dell’ingresso.
Arrivato al secondo e ultimo salto, il primo armo è naturale. L’unico problema è che i cordini erano rimasti su.
<Portatemi gli altri cordini……..> Urlai, ma non avevo voglia di aspettare…….un otto con ansa lunga, e via ad abbracciare la stalagmite nascente, e un PLG per l’aggancio della longe di sicura.
Il secondo frazionamento non era utilizzabile. Un rock di millecinquecento anni nel quale il bullone  non  filettava  neanche.   Allora ho tentato un barcaiolo su una stalagmite di circa  30-35 cm di diametro, alta circa 1,5 mt.  Andava bene ed è stata utilizzata sia da me che da qualcun altro, ma, ad un tratto, ho trovato, un po’ più in alto, un altro fix nuovo di zecca e che andava molto meglio. Lì ho rifatto il frazionamento con una bella piastrina.
Più o meno in quel momento anche Roberto aveva finito di armare la sua via, un po’ più lunga e tortuosa, ma anch’essa interessante, che passa in discenderia su parte di frana dietro una serie di colonne.
Nel frattempo che armavamo l’ultimo tratto, questi animali stranissimi (della famiglia dei mammiferi) che vengono chiamati col termine “speleologi” (o meno propriamente “spereologi” dai meno dentro all’ambiente), iniziavano la discesa del primo tratto di grotta, con Muzzi e Andrea Loi all’ingresso (che si sono beccati, loro malgrado, il passaggio dell’ennesima “nuvola pazza”) e Gianluca sul primo terrazzino (al frazionamento).
In ogni caso, senza problemi e in tredici (porta sfiga?), ci trovammo tutti alla fine della grotta sotto la frana che porta alla pozza d’acqua, sul fondo della quale Antonello disse di aver riconosciuto un vecchio elmetto tedesco, ma che, probabilmente, altro non era che una pingiara arruinara de mill’annus.
I soliti convenevoli, un po’ d’acqua, un qualcosa da mettere sotto i denti e via verso il cielo, lasciandoci alle spalle un’infinità di concrezioni e colate bianchissime. Uno spettacolo!! Come dice il nostro buon Andrea Loi riguardo alla grotta:
<Pitticchedda ma tottu succi!>.
I primi a uscire? Antonello, Andrea e Valeria…….Dileguati!
L’ultimo a uscire? Robertone…….Pesante!
A disarmare? Michela e Andrea Loi…….Sfigati!
Verso le 16,00 siamo tutti alle macchine, cambiati, lavati e soprattutto…….affamati!!
In grotta Massimo mi aveva parlato di certe succulente polpette al vino bianco, e non vi posso nascondere che non vedevo l’ora di assaggiarle.  L’unico ostacolo da superare era la cuoca, Daniela. Non è stato facile, ma vi posso garantire che erano eccezionali (per me non è un problema. Preparale quando vuoi, basta che me lo faccia sapere!).
Senza contare il tiramisù di Francesca e la crostata di Muzzi.
Mentre noi facevamo onore al nostro “scarno” cibo, gli arrampicatori, guidati dal nostro irriducibile Sandrino “monnezza” Loi, facevano da cornice al nostro campo (purtoppo pranzavano con una banana……mentre noi sbafavamo).
Finito di pranzare e/o cenare, tre o quattrocento chiacchiere con la super compagnia di Ermanno e Lisa arrivati poco prima, l’oscurità avanzante delle 18,30 e il piacevole effetto del vinello di proprietà nel ritemprare le membra affaticate e infreddolite, ci fecero capire che si era ormai fatta l’ora del ritorno.
Grazie a tutti per la splendida giornata.

Categoria: Attività, Speleologia

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