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Bob e Su Palu

ATTIVITÀ: Visita ed esplorazione
DATA: 23/05/2009
COMUNE: Urzulei
LOCALITÀ: Teletottes, Codula di Luna
CAVITÀ, GOLA, O SENTIERO: complesso di Su Palu
PARTECIPANTI: Alessandro Mandis, Michela Muggironi, Riccardo Mascia, Giuseppe Mattana, Roberto Murenu.

Due o tre mesi fa:
Roberto-caspita, mi piacerebbe andare a visitare Su Palu con pernotto…
Alessandro-non  c’è problema su pippiu, prendiamo e andiamo!…però è un mazzo e non siamo in forma…
Roberto-non c’è problema tesoro, prendiamo e ci alleniamo!

Questa è più o meno la chiacchierata che ci ha portato a:
smettere di fumare (grande Ale), correre per un mese al Poetto passando da 7 minuti con rantolo a 45 minuti (con rantolo), infilarci in un posto stretto, ma stretto molto.

Mercoledì passo in sede e mettiamo la scheda chiusa a sei persone. Alessandro, Rikimascia e io andiamo di sicuro, qualcuno vorrebbe ma non può, qualcuno può ma se ne guarda bene, la maggior parte sogghigna. Ormai la decisione è presa e dopo una serie di considerazioni decidiamo di coinvolgere Giuseppe Mattana e siamo a quattro che tutto sommato è un numero giusto per il tipo di escursione che stava prendendo forma…ma mancava qualcosa di indefinito… la quota rosa! Puntiamo Michela, ma non è per nulla entusiasta anzi…ma non c’è problema perchè tanto so già come convincerla.
Passaggio in magazzino per zaini, sacche stagne e 5 kg di carburo poi al pc per cercare di interpretare il rilievo del nostro amico “Su Palu” con il prezioso aiuto di Lucio, grande conoscitore di ogni suo piccolo anfratto.
L’appuntamento e fissato per le sette di sabato mattina! Passo la notte cercando di far contenere al sacco speleo tutto l’occorrente per l’escursione ma giungo alla conclusione che i sacchi debbano essere dimensionati in base alle dimensioni dello speleo che li userà, ma non essendo così devo farci stare: sacco a pelo, cibo, vestiario etc. e non ci riesco molto bene…
Alle sette del mattino la cricca si ricompone sotto casa mia e prendiamo posto sul nostro fantastico mezzo di trasporto: daddymandycar (lo splendido furgone del babbo di Alessandro). Pronti via, tutta una tirata sino a Barisardo dove facciamo colazione e compriamo le pizze che Piero mi ha raccomandato di non toccare, ma si sa…l’esperienza diretta è quella che conta quindi, non commenterò. Arriviamo a Teletottes, ci cambiamo e partiamo verso l’ingresso della grotta che dista circa 20 minuti di comodo cammino.
Sapevamo che la grotta è chiusa con un cancello assicurato da un lucchetto e proprio per questo motivo due giorni prima ho chiesto conferma a chi avrebbe dovuto sapere (!) se le chiavi erano disponibili e se la grotta era ancora bene armata come per il raduno di Urzulei, ricevendo ampie rassicurazioni: “non c’è un lucchetto e la grotta è ancora armata!” Ha ragione da subito sul primo punto, i lucchetti in effetti sono due e molto grossi (parte il primo frastimmo)! Con un tronco allarghiamo l’apertura e riesco a passare agevolmente ma senza imbrago, e da subito intuisco come si svilupperà la progressione: a frastimmi! Nascondo gli occhiali da sole in una nicchia che scoprirò poi occupata, e iniziamo a strisciare in discesa per circa 10 mt, discenderia armata per altri 5 metri e armo di testa per diaclasi inclinata. Passo per ultimo, si scende abbastanza agevolmente per 8/10 mt(?) avendo cura di spostarsi dalla verticale ideale per cercare spazi, frazionamento su piccolo terrazzino e altri 7/10 mt al termine dei quali la corda finisce bruscamente con un nodo (2 metri in + non sarebbero stati sprecati) e ci si ritrova nella “saletta del Calcio” da cui parte una progressione in discesa su frana stabile e la grotta inizia a schiudere le sue meraviglie.
Lo sviluppo della grotta è fantastico e ogni angolo raggiunto dalle nostre luci è  concrezionato con colori e forme sempre diverse. Affrontiamo alcune discenderie e salenderie (licenza poetica) dove la corda ha una funzione puramente simbolica in quanto lesionata in più punti e da noi messa +o- in sicurezza annodando le parti proprio loffie, percorriamo tratti estremamente scivolosi a causa di una fanghiglia (frastimmo) chiamata da alcuni “latt’è monti” e tratti caotici e franosi per poi arrivare al letto del fiume che seguiamo per diverso tempo con una progressione ricca di immagini che ripagano ampiamente della fatica fatta fin’ora. Arriviamo al sifone che altro non è che un passaggio lungo circa 3 metri, largo Roberto e alto Roberto, ma non ovunque perchè ci sono punti larghi Roberto meno qualche centimetro! Comunque mi sbrago, raccolgo le energie mentali per passarlo e passo: stretto, bagnato, ciotoloso e freddo (frastimmo). Sono fuori, pensavo peggio. Si prosegue sempre lungo il corso d’acqua e ci dirigiamo godendoci la progressione e le immagini sempre nuove che ci accompagnano verso la nostra prossima prova: il traverso! Ci arriviamo: è un tratto incassato tra due pareti che amplificano il frastuono della cascata (splendida e schiumante), è riarmato ma senza togliere la vecchia corda (?) e si percorre abbastanza agevolmente tranne che per il passaggio dalla parete sx a quella dx che deve essere fatto in maniera acrobatica ma alla nostra portata, per poi trovarsi davanti a uno degli armi più belli che abbia mai visto: “a fionda rimandato” (così battezzato da me…). Siamo quasi sul letto del fiume a cui altri facili passaggi ci portano in poco tempo. Percorriamo splendide sale concrezionate . Abbandoniamo il fiume e entriamo nella hall del famoso hotel “El Alamein”. F-I-G-A-T-A :grandissimo, sabbioso, accogliente e asciutto. Disfiamo i bagagli, e ci organizziamo per passare la notte. Riposino di qualche minuto e poi via verso nomi solo sentiti come : Lilliput, lago delle Fate (?), pozzo Oliena. Da “El Alamein” in poi la grotta è armata a “salve o regina” : devi pregare che ciò che era una corda anni e anni fa si ricordi del glorioso passato e tenga. Proseguiamo per diverse ore la nostra esplorazione  ma la fame e la stanchezza iniziano a prevalere e si rientra al campo. Cambio veloce e via con la cena. Si ascolta e ci si racconta con l’intimità che si crea solo condividendo esperienze di questo genere, poi tutti a nanna nel buio totale cullati dal rumore lontano del fiume che scorre. Il risveglio è a mia cura e dopo una robusta colazione leviamo il campo e ripercorriamo la strada fatta solo alcune ore prima anche se sembra passato tanto tempo, ammiriamo da altre prospettive le alte pareti, le splendide concrezioni, l’acqua che scorre limpida e siamo alle risalite che ci fumiamo tra una risata e un frastimmo. Arriviamo al traverso e neanche il tempo di pensarlo che è finito. Via cosi e siamo allo spogliatoio poi ecco il sifone, mi sbrago e non trovo la macchina fotografica (frastimmo): allo spogliatoio era al suo posto (tasca della tuta), mi è scivolata nel fiume. Torno indietro e la trovo poco prima dello spogliatoio, la coccolo e torno al sifone che tanto è amico…solo che non mi riconosce e non mi fa passare, mi entra acqua in bocca e l’istinto mi fa alzare la testa: peccato che ci siano decine di metri di roccia a 2 centimetri dal mio casco e la testa non sale. I posto è bello ma bloccare il sifone mi sembra uno sgarbo imperdonabile a chi mi segue quindi giù la testa nell’acqua e vediamo se ruotandola a dx il sifone mi riconosce. Aaaaahhh, sei tu, l’avrei dovuto capire dalle dimensioni…vabbè…passa ma la prossima volta avvisa prima. Ok, grazie, ci vediamo ma non prima di almeno 4 anni. La passeggiata continua tra risate e racconti e siamo di nuovo alla “saletta del Calcio”. Da cui inizia la salita della diaclasi che in discesa era stretta, ma in salita è impercorribile tanto da farmi pensare a un restringimento dovuto a una improvvisa deriva dei continenti. Vabbè, da quì prima o poi devo uscire quindi tanto vale farlo subito. Per quanto mi riguarda è in assoluto la parte più tecnica della grotta in quanto per risalire non sempre è stato possibile usare gli attrezzi e gli appigli andavano cercati o inventati, in quanto per me la traiettoria percorribile non era la verticale e spesso sono stato costretto a spostamenti laterali di alcuni metri per trovare gli spazi, e trovarsi a fare opposizione anche con le guance…segna abbastanza in tutti i sensi.
Me ne libero, risalgo e vedo la luce del sole a scacchi a causa del cancello, mi sbrago, recupero gli occhiali e sono fuori. Alessandro è dietro di me. Michela, Giuseppe e Riccardo sono già fuori al sole. Ci abbracciamo. Mi attardo a ritirare l’attrezzatura chiacchierando con Michela mentre gli altri vanno alla  daddymandycar, chiudo i lucchetti del cancello (mabbà!!), metto gli occhiali da sole e scopro che la nicchia dove li ho nascosti è occupata da una famiglia di topini che mi hanno sbranato le astine…pazienza. Arriviamo al parcheggio e troviamo il servizio cattering organizzato da Alessandro con menu di terra (e ci mancherebbe) a base di maialetto, verdure e vino rosso. Praticamente perfetto. Ringraziamo i gentili angeli, ci spogliamo e vai di tuffo in codula di luna per lavare attrezzatura, corpo e togliere dalla testa le vespe del vino nero. La fame ritorna e la mettiamo a tacere con le pizze avanzate dal giorno prima e ripartiamo verso casa.

Un grandissimo grazie a Alessandro perchè ci ha fatto conoscere un gioiello come “Su Palu”, ci ha permesso di imparare più di quanto speravamo e ci ha reso parte di un gruppo molto unito.
Ringrazio poi:
Michela per essere stata con noi.
Riccardo per averci creduto da subito.
Giuseppe per essere stato sempre all’altezza delle nostre aspettative.
“Su Palu”.

Consigli forse superflui:
-Ale e io abbiamo usato i calzari sub al posto delle calze e ci siamo trovati molto bene.
-credo che gli scarponi siano da preferire perchè spesso si è ammollo e gli stivali non sono facili da svuotare.
-un kg di carburo a testa è + che sufficiente per oltre 30 ore di grotta e scalda parecchio
– il cibo da portarsi dietro è rigorosamente disidratato in quanto la grotta è ricca d’acqua buonissima, quindi viaggiate leggeri e evitate il riso alla pescatora pronto in un minuto!!!
-ottimo il brodo e la pastina
-portate solo un pentolino con coperchio e un fornellino.
-una tazza a testa e posate multiuso (leggere).
-un sacco a pelo caldo e due teli termici per sopra e sotto e, se volete esagerare un materassino gonfiabile da 2 euri
-un cambio completo da usare per dormire e rientrare
-candele e un accendino perchè lo dicono tutti e nella sfiga possono servire.
-cioccolato e miele in bustine (ottimo).
-tanto entusiasmo .
-guardate dove mettete i piedi ma guardate molto anche ciò che sta sopra di voi, non abbiate fretta e godetevi, altre alla meta, il viaggio, perchè ne vale veramente la pena, ma tanto questo già lo fate …o no?

Categoria: Attività, Primo Piano, Relazioni, Speleologia

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